Gli obiettivi delle nuove politiche sociali e la promozione del benessere sociale e di salute

L’analisi svolta per la determinazione del profilo sociale ha evidenziato, tra gli altri aspetti, le seguenti criticità sulle quali è necessario intervenire, indipendentemente dalle specificità territoriali:

  1. invecchiamento progressivo della popolazione;
  2. bassi tassi di natalità;
  3. tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche;
  4. difficoltà di integrazione (soprattutto lavorativa) delle giovani generazioni;
  5. incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza;
  6. aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione;
  7. trend in crescita delle malattie neurodegenerative;
  8. persistenza, nonostante i buoni risultati conseguiti nelle precedenti programmazioni, di uno scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità a partire da quella nel mercato del lavoro che vede tassi più bassi della media nazionale.

Per garantire la coerenza del Piano sociale regionale con i Piani sociali di ambito distrettuale è fondamentale utilizzare un sistema di definizione degli obiettivi tarati sulle problematiche rilevate nell’analisi iniziale per giungere a prospettive di cambiamento e di miglioramento sociale capaci di essere continuamente monitorati e misurati attraverso specifici indicatori al fine di poter riorientare le politiche verso una maggiore efficacia negli esiti a favore delle persone destinatarie.

Appare, quindi, necessario, considerando le finalità della nuova programmazione, iniziare anche a rilevare, in maniera diversa, non solo le dimensioni e caratteristiche dei servizi e il relativo costo, ma anche il loro impatto, avendo come obiettivo generale quello del miglioramento continuo della qualità degli stessi, considerando sia gli output che l’incidenza degli stessi in termini prospettici. In questo senso gli obiettivi della nuova programmazione, in termini di promozione del benessere e della salute, possono essere definiti secondo uno schema di riferimento in cui evidenziare:

  1. i campi di intervento,
  2. gli assi tematici di riferimento per i Piani sociali di ambito distrettuale,
  3. gli obiettivi previsti,
  4. gli output intesi come elenco dei possibili servizi e interventi, ulteriormente integrabili a livello di Ambito distrettuale;
  5. i risultati attesi dalla loro applicazione,
  6. le conseguenti azioni per il miglioramento continuo del benessere.

Nel successivo paragrafo 4.3. seguirà un approfondimento degli strumenti per attuare gli obiettivi, declinando ulteriormente gli output, ovvero gli interventi, le azioni e i servizi in relazione ai gruppi di destinatari.

 

Tabella  – Quadro riepilogativo degli obiettivi di promozione del benessere sociale e di salute del Piano sociale 2016-2018

CAMPI DI INTERVENTO

ASSI TEMATICI

OBIETTIVO

SERVIZI E INTERVENTI

RISULTATI

AZIONI DI MIGLIORAMENTO

invecchiamento progressivo della popolazione

ASSE 6

Ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza

  • servizi di terapia occupazionale per anziani
  • servizi di comunità e di vicinato per contrastare il decadimento psicofisico
  • servizi di attività motoria per la terza età
  • servizi per una maggiore inclusione degli anziani nel “mondo digitale”

 

Favorire un “invecchiamento attivo” della popolazione e prevenire la non autosufficienza

Sviluppo di servizi innovativi e riorientamento delle esperienze di aggregazione verso azioni di active ageing

ASSE 1

bassi tassi di natalità

ASSE 3

Incremento del tasso di natalità

 

  • incrementare l’offerta di servizi per la prima infanzia
  • servizi per favorire tempi di lavoro e cure familiari per i genitori
  • favorire politiche di “utilizzo consapevole” del part time lavorativo
  • servizi innovativi per il sostegno alla genitorialità e alle famiglie
  • servizi di comunità e di mutuo aiuto (baby sitter condominiale, tagesmutter, nonni di quartiere, etc.)
  • servizi di facilitazione e supporto per le giovani famiglie immigrate con figli

 

 

 

 

Promuovere servizi e interventi di supporto e accompagnamento per le famiglie con bambini, specie nella prima infanzia, e favorire il ricambio di popolazione

Potenziamento di tutti i servizi sociali e sanitari a supporto della maternità e della paternità

 

Adozione di una specifica strategia integrata per l’inversione del tasso di natalità, specie nelle aree interne

 

Facilitazione di accesso ai servizi per le giovani coppie immigrate

ASSE 4

tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche

ASSE 2

 

Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti

  • servizi per favorire de-istituzionalizzazione e deospedalizzazione
  • servizi innovativi e qualificati di assistenza domiciliare integrata
  • interventi integrati per il recupero e lo sviluppo dell’autonomia personale
  • servizi di convenzione e mutuo aiuto per la distribuzione di farmaci

 

Offrire servizi territoriali integrati sociosanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità

Massimizzare l’integrazione sociosanitaria in tutti i servizi per gli anziani e le persone con disabilità

ASSE 1

ASSE 6

difficoltà di integrazione (soprattutto lavorativa) delle giovani generazioni

ASSE 4

 

Riduzione del numero dei giovani privi di lavoro

  • sviluppo dei servizi e delle prestazioni secondo l’esperienza intrapresa con Garanzia Giovani
  • servizi di “tutoraggio” per bambini e giovani che vivono in famiglie in difficoltà o povere
  • servizi di comunicazione e supporto per favorire la partecipazione a percorsi di inserimento lavorativo
  • servizi di supporto per permettere una maggiore partecipazione dei giovani a rischio di esclusione ad attività extrascolastiche (sport, musica, recitazione, etc.)
  • servizi di supporto per favorire la partecipazione dei giovani a corsi abilitanti rispetto a skill di base (PC, inglese di base, etc.)

 

 

 

 

 

Favorire l’inclusione delle giovani generazioni

 

Percorsi specifici per adolescenti e giovani a rischio di esclusione nei Piani di ambito e nei Progetti FSE

ASSE 3

ASSE 1

incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne E I BAMBINI

ASSE 3

 

Diminuzione del numero delle violenze

  • incrementare i servizi di prevenzione primaria, secondaria, terziaria
  • messa in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano
  • adeguamento dei Centri antiviolenza agli standard previsti dalla Conferenza Stato-Regioni (Atto 146/2014)
  • servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione
  • servizi integrati sociosanitari di accompagnamento e presa in carico delle vittime
  • rafforzamento delle equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento
  • servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari
  • interventi di presa in carico degli adulti maltrattanti
  • rafforzare i servizi anti-discriminazione e di supporto alle vittime di tratta e sfruttamento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Favorire l’empo-werment delle donne vittime o a rischio di violenza e rafforzare la protezione e la cura delle vittime di violenza

Sviluppo di specifici protocolli e raccordi fra servizi sociali, sanitari, giudiziari, e servizi anti-violenza per donne e bambini

ASSE 1

ASSE 4

aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione

ASSE 4

Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione

  • servizi integrati di sostegno al reddito
  • servizi innovativi per nuclei familiari multiproblematici
  • servizi di inclusione specifici per adulti con fragilità
  • servizi di sostegno per famiglie in temporanea difficoltà economica per evitare l’acuirsi delle problematicità
  • maggiori servizi informativi rispetto alla presenza di servizi di supporto presenti sul territorio
  • integrazione trasversale con i servizi di volontariato e di comunità al fine di aumentare l’efficacia dell’azione realizzando interventi ad hoc
  • servizi di mutuo aiuto e di comunità per i minori di famiglie in difficoltà
  • sviluppare servizi capaci di mettere in atto interventi integrati che pongano al centro la persona e la famiglia a rischio di esclusione
  • servizi per l’integrazione delle persone di etnia rom
  • servizi per l’inclusione sociale, sanitaria e abitativa delle persone migranti
  • interventi di accompagnamento personalizzato per le persone che escono dalla detenzione

 

 

Favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà

Disegnare una strategia multidimensionale di contrasto alla povertà ed esclusione, utilizzando tutti gli strumenti finanziari disponibili in sinergia con tutte le realtà territoriali

ASSE 1

trend in crescita delle malattie neurodegenerative

ASSE 2

Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie

  • servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali
  • servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa
  • servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative
  • servizi semiresidenziali per persone con malattie neurodegenerative

Favorire il più possibile e fino a quando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico

Massimizzare l’integrazione sociosanitaria in tutti i servizi per gli anziani e realizzare servizi innovativi di cura e prevenzione, anche nell’ambito del Piano di prevenzione sanitaria

 

Riqualificare l’assistenza domiciliare sociale e integrata

ASSE 6

ASSE 1

scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità

ASSE 7

Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti (servizi di cura, lavoro, partecipazione sociale, inclusione, abitazione, vita indipendente, etc.)

  • servizi di formazione e supporto per favorire il più possibile la vita autonoma a partire dall’inclusione nel mondo del lavoro di persone con disabilità o con patologie mentali
  • servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola
  • servizi capaci di sviluppare progetti terapeutico riabilitativi integrati
  • servizi per il dopo di noi e la micro-residenzialità
  • servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità
  • interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione degli stessi nella rete dei servizi

Favorire l’empo-werment delle persone con disabilità

Riqualificazione dei servizi per la disabilità attraverso una rafforzata integrazione sociosanitaria e sviluppo di servizi innovativi multidimensionali di integrazione sociale

ASSE 1

ASSE 2

ASSE 4

 

 

Gli obiettivi essenziali di servizio e le azioni di miglioramento

La Commissione Politiche sociali della Conferenza Stato Regioni ha predisposto, nel luglio 2011, un Documento per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS). Il documento prevede un’articolazione dei livelli essenziali in 5 Macrolivelli, 9 obiettivi di servizio, Linee di intervento, Tipologia di integrazione sociale o sociosanitaria, Target di riferimento. I Macrolivelli e gli Obiettivi di servizio di questo documento sono stati poi ripresi nei Decreti di riparto del Fondo Nazionale Politiche Sociali e nei relativi allegati. Tali macrolivelli e obiettivi entrano, quindi, direttamente nella programmazione di spesa del fondo nazionale, che in Abruzzo è stato trasferito integralmente agli ambiti per la gestione dei Piani di ambito distrettuale, e costituiscono il modello di riferimento per la classificazione dei costi in sede di monitoraggio e rendicontazione.

La strategia di programmazione dei servizi sociali del Piano Sociale Regionale 2016-2018 segue questo modello di pianificazione sistemica, che rappresenta altresì un vincolo ai fini del monitoraggio e della rendicontazione. I Piani sociali di ambito distrettuale prevedono una strategia attuativa dei Macrolivelli (ML) e degli obiettivi di servizio così articolata:

ML1) servizi per l’accesso e la presa in carico da parte della rete assistenziale (Accesso, Presa in carico, Pronto Intervento Sociale);

ML2) servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio (Assistenza domiciliare, Servizi di prossimità);

ML3) servizi territoriali a carattere comunitario e servizi per la prima infanzia (Asili nido e altri servizi per la prima infanzia)

ML4) servizi territoriali a carattere residenziale per le fragilità (Comunità per minori e per persone con fragilità);

ML5) misure di inclusione – sostegno al reddito (Interventi/misure per facilitare inclusione e autonomia).

I Macrolivelli e gli Obiettivi di servizio sono dettagliatamente elencati con le rispettive linee di intervento nella tabella 3.

Il Profilo sociale ha evidenziato le maggiori criticità nei diversi livelli di servizio. La prescrizione di livelli essenziali di servizio sociali con uguali standard e volumi su tutto il territorio regionale, a prescindere delle specificità delle comunità e dei territori, ha spesso ingessato la spesa su servizi non sempre in linea con gli effettivi bisogni. Molti ambiti sociali hanno segnalato in diverse sedi l’esigenza di una maggiore flessibilità programmatoria da devolvere ai territori.

Ferma restando la garanzia della disponibilità dei primi 8 obiettivi essenziali di servizio su tutto il territorio regionale, così come definiti dalla Conferenza Stato-Regioni, il Piano sociale regionale 2016/2018 intende demandare agli ambiti distrettuali sia le modalità organizzative del sistema di offerta dei servizi nel rispetto dei requisiti di autorizzazione e accreditamento, che saranno progressivamente emanati, sia la quantificazione dei volumi commisurati alla effettiva domanda sociale del territorio e agli assi tematici strategici disegnati nei Piani sociali di ambito.

E’ necessario che i Piani di ambito, oltre a migliorare le performance quantitative, compiano uno sforzo di innovazione, riqualificazione e riconversione dei servizi erogati verso il miglioramento continuo dei livelli qualititativi dell’assistenza.

 

Tabella  – Documento per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali

MACROLIVELLO

OBIETTIVI

DI SERVIZIO

LINEE DI INTERVENTO

INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA

TARGET DI RIFERIMENTO

SERVIZI PER L’ACCESSO E LA PRESA IN CARICO DA PARTE DELLA RETE ASSISTENZIALE

 

ACCESSO

 

Azioni di sistema (Punto unico di accesso)

Segretariato sociale

SI

Popolazione

PRESA IN CARICO

Servizio sociale professionale 

 

Popolazione

Funzioni sociali per la VMD

SI

Persone con  bisogni complessi

Funzioni sociali per affido/adozioni minori

SI

Minori

PRONTO INTERVENTO SOCIALE

Interventi per emergenza sociale

 

Persone con grave emarginazione

Servizi e MISURE PER FAVORIRE la permanenza a domicilio

ASSISTENZA DOMICILIARE

Supporto domiciliare per aiuto domestico/familiare

 

 

Adulti,  Anziani  e

Disabili  in condizione di fragilità

Assistenza tutelare OSS (ADI)

SI

Persone non autosufficienti

Misure di sostegno alla N. A. e disabilità grave

 

Anziani e disabili non autosufficienti

Assistenza  Educativa Domiciliare

 

Minori in famiglie con disagio

SERVIZI DI PROSSIMITA'

Interventi di Prossimità 

(forme di solidarietà a favore delle fasce fragili)

 

Famiglie, Anziani, Disabili

SERVIZI TERRITORIALI A CARATTERE COMUNITARIO E SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

Asili nido e servizi innovativi prima infanzia

 

Minori  0-24 mesi

Centri di aggregazione e polivalenti

 

Minori

Adolescenti/giovani

Anziani e disabili

SERVIZI TERRITORIALI A CARATTERE RESIDENZIALE PER LE FRAGILITà

COMUNITA'/

RESIDENZE A  FAVORE  DEI MINORI  E PERSONE CON FRAGILITA'

Comunità educativo-assistenziali

 

SI

Minori allontanati dalla famiglia

Minori stranieri non accompagnati

Centri semiresidenziali sociosanitari e socio-riabilitativi

SI

Disabili gravi

Anziani non autosufficienti

Residenze per anziani

SI

Ultra 65enni

Residenze sociosanitarie  per non autosufficienti

SI

Ultra 65enni non autosufficienti

Disabili gravi

Strutture per disabili privi di sostegno familiare

SI

Disabili gravi soli

MISURE DI INCLUSIONE SOCIALE – SOSTEGNO AL REDDITO

 

INTERVENTI/

MISURE PER  FACILITARE INCLUSIONE E AUTONOMIA

Trasporto per fruire dell’assistenza sociosanitari a e socio riabilitativa (Disabili gravi e Anziaani NA)

SI

Disabili gravi

Anziani Non Autosufficienti

Misure di sostegno al reddito per il contrasto alla povertà  (+)

 

Persone e nuclei al di sotto della soglia di povertà assoluta

MISURE   NAZIONALI INCLUSIONE/ SOSTEGNO AL REDDITO

Assegni per Invalidità civile, sordità, sordomutismo

 

Invalidi civili ciechi e sordomuti

Indennità di accompagnamento

 

Invalidi civili incapaci di compiere attività quotidiane e/o deambulare

Assegno sociale

 

Ultrassantacinquenni  in condizioni di povertà

Assegni maternità,

Nuclei familiari con 3 figli

 

Madri e Famiglie numerose

Fonte: Commissione Politiche sociali, Conferenza Stato-Regioni, 2011

 

Gli 8 obiettivi essenziali (OE) di servizio del sistema integrato da garantire su tutto il territorio regionale e in tutti i Piani sociali di ambito distrettuale con i relativi obiettivi di miglioramento per il triennio, sono:

OE1 - ACCESSO

  1. Rafforzare la cooperazione fra Comuni e ASL per lo sviluppo dei Punti Unici di Accesso integrati e diffusi sul territorio, assicurando un’adeguata presenza della componente sociale fra gli operatori del PUA e garantendo una maggiore diffusione e prossimità territoriale con i cittadini, specie nelle aree montane;
  2. Specializzare il ruolo dei Segretariati sociali sia nei compiti di informazione, prima accoglienza, orientamento ai servizi, accettazione ed elaborazione della domanda, sia nell’accompagnamento all’accesso, quali snodi territoriali operanti in stretto raccordo con i PUA e con il Servizio sociale professionale;
  3. Regolamentare l’accesso al sistema dei servizi con specifici regolamenti di accesso, validi su tutto il territorio di ciascun Ambito distrettuale, alle prestazioni sociali agevolate, garantendo equità e trasparenza.

OE 2 - PRESA IN CARICO

  1. Ridefinire il ruolo e l’assetto ottimale del Servizio sociale professionale quale pilastro dell’intero sistema dei servizi e degli interventi sociali locali con compiti attivi di coordinamento dei servizi e di regia dell’erogazione, del monitoraggio e del controllo dei piani individualizzati di intervento;
  2. Potenziare il ruolo del servizio sociale all’interno delle Unità di Valutazione Multidimensionale, dando pari dignità alla componente sanitaria e a quella sociale, con definizione di protocolli comuni per i piani prestazionali condivisi;
  3. Ridefinire e rilanciare il ruolo delle Equipe per le adozioni, estendendo il loro ruolo anche in materia di affidamento familiare, con la piena attuazione delle Linee guida approvate dalla Regione (DGR 971/2013), e raccordo con le linee guida in materia di maltrattamento sui minori, favorendo una più incisiva integrazione fra le professionalità sociali, sanitarie, giudiziarie che presiedono i processi di protezione dei minori in situazioni di disagio.

OE 3- PRONTO INTERVENTO SOCIALE

  1. Organizzare un servizio attivo o attivabile a domanda di pronto intervento sociale, in rete con le organizzazioni di contrasto alla povertà e sperimentando forme di istruttoria pubblica e di co-progettazione;
  2. Favorire il superamento delle emergenze sociali rafforzando la connessione degli interventi del PIS con servizi di inclusione strutturati (OE8).

OE 4 - ASSISTENZA DOMICILIARE

  1. Incrementare l’assistenza domiciliare sociale in favore di persone anziane e disabili e metterla in rete con gli altri servizi di cura;
  2. Sviluppare l’integrazione dell’assistenza domiciliare socio-assistenziale (attualmente circa 5000 utenti) con l’assistenza domiciliare sanitaria (circa 11000 utenti) attraverso piani individualizzati e integrati di presa in carico e specifici protocolli operativi fra Ambito distrettuale e Distretti;
  3. Potenziare l’assistenza domiciliare educativa in favore delle famiglie multiproblematiche con minori quale misura per la prevenzione del disagio e del maltrattamento.

OE 5 - SERVIZI DI PROSSIMITÀ

  1. Sperimentare servizi comunitari basati sul “welfare generativo” e sul “welfare relazionale” in favore di anziani, disabili e famiglie differenziati sia nelle aree interne che nelle aree metropolitane, in forte collaborazione con il terzo settore, anche con l’utilizzo della co-progettazione.

OE 6 - ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

  1. Consolidare la rete degli asili nido esistenti attraverso la riqualificazione dell’offerta e la maggiore flessibilità organizzativa;
  2. Sviluppare servizi educativi innovativi, specie nelle aree montane e interne, per piccoli gruppi di bambini nella prima infanzia, in grado di fornire risposte personalizzate e flessibili con costi contenuti;
  3. Riqualificare gli interventi dei centri diurni socio-aggregativi per minori, disabili e anziani.

OE 7 - COMUNITÀ/RESIDENZE A FAVORE DEI MINORI E PERSONE CON FRAGILITÀ

  1. Promuovere lo sviluppo di una rete di microresidenzialità di tipo familiare per minori, anziani e disabili, superando i modelli istituzionalizzanti, sia secondo un approccio di piccola comunità protetta che di comunità a valenza sociosanitaria integrata per i bisogni più complessi;
  2. Favorire la fruizione di servizi diurni sociosanitari in co-gestione fra Aziende ASL e Ambiti distrettuali.

OE 8 - INTERVENTI/MISURE PER FACILITARE INCLUSIONE E AUTONOMIA

  1. Garantire su tutto il territorio regionale lo sviluppo di misure di sostegno al reddito accompagnate da servizi di inclusione sociale di tipo multidimensionale e globale;
  2. Assicurare il servizio di trasporto per l’accesso a strutture sociosanitarie e sanitarie per persone con disabilità.

 

Le risposte integrate ai bisogni nell’area della famiglia, delle nuove generazioni, delle persone con disabilità, degli anziani, della povertà e dell’esclusione sociale per gli adulti fragili e gli immigrati.

Il Profilo sociale ha contribuito a rendere evidenti le criticità e le opportunità all’interno di ciascuno dei gruppi sociali che rappresentano i principali destinatari degli interventi del sistema integrato dei servizi sociali, evidenziando percorsi di miglioramento dei servizi.

I primi 4 Piani sociali hanno già realizzato, nella maggior parte dei casi, interventi in favore delle diverse categorie di beneficiari, che hanno offerto risposte più o meno e efficaci ai diversi fabbisogni.

L’attuazione del 5° Piano sociale regionale e dei Piani sociali di ambito dovrà favorire lo sviluppo di azioni di miglioramento e di innovazione sociale per orientare verso una maggiore efficacia i servizi e gli interventi in un’ottica strategica e integrata. In questo paragrafo si offre un primo elenco delle principali azioni di miglioramento per il prossimo triennio nei confronti dei principali gruppi di destinatari, che ciascun Ambito Distrettuale o un insieme di più Ambiti (in area vasta, come già sperimentato, ad esempio, con le Equipe adozioni o con il progetto “Abruzzo Inclusivo”) potrà scegliere sulla base dell’analisi dei rispettivi fabbisogni, attraverso la messa in rete delle diverse fonti finanziarie e delle risorse già esistenti, che tuttavia devono essere oggetto di un maggiore raccordo di rete. Questa sezione è da leggersi in forma coordinata con i precedenti due paragrafi.

 

A. Indirizzi per le politiche per la famiglia

Il Profilo sociale ha evidenziato che le famiglie abruzzesi tendono sempre più a diventare di piccole dimensioni con la relativa contrazione del tasso di fecondità; che sale il numero delle famiglie in situazione di povertà e che rinunciano anche alle prestazioni sanitarie e diminuisce la domanda di asili nido per la non facile sostenibilità dei costi; che esplodono le situazioni di violenza domestica e di genere e cresce il numero dei genitori separati e divorziati. La riduzione dimensionale delle famiglie porta al conseguente indebolimento della loro capacità di risposta nelle situazioni di crisi e di bisogno di accudimento ai diversi componenti fragili lungo le età della vita. Una situazione di evoluzione complessa, cui il sistema dei servizi integrati regionali e locali è chiamato a fornire strumenti di accompagnamento, supporto e cura. In particolare, oltre ai servizi già tratteggiati negli obiettivi di benessere, occorre sviluppare politiche familiari, che i diversi Ambiti distrettuali potranno strutturare sulla base dei rispettivi fabbisogni, per la promozione di:

  1. servizi e interventi integrati sociosanitari di sostegno alla genitorialità e alla nascita, di consulenza e di mediazione familiare, di prevenzione e contrasto alla violenza di genere;
  2. attivazione di Centri Famiglia integrati, che possano assicurare un monitoraggio costante delle relazioni familiari, anche in collaborazione con il terzo settore;
  3. interventi di sostegno economico integrato a servizi di home visiting e di accompagnamento alla nascita per le coppie o per le madri in difficoltà;
  4. sviluppo e messa in rete nel Piano sociale di ambito distrettuale dei Centri antiviolenza di cui alla L.R. 31/2006 e dei Consultori familiari;
  5. azioni per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, anche in attuazione della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 40;
  6. rafforzamento della rete per lo sviluppo dei servizi della prima infanzia, attraverso un raccordo fra scuole dell’infanzia pubbliche e private, anche in attuazione della L. 107/2015 sulla “Buona scuola”, che prevede un ciclo unico 0-6 anni;
  7. previsione di forme più flessibili di accoglienza dei bambini nelle piccole realtà delle aree interne rispetto a quelle previste dalla L.R. 76/2000;
  8. promozione e incentivazione di forme di auto-organizzazione di servizi fra famiglie, flessibili e di prossimità, per la cura dei bambini, dei disabili e degli anziani, secondo il modello del welfare generativo.

 

B. Favorire la crescita delle nuove generazioni

In Abruzzo nascono pochi bambini: le condizioni economiche familiari, il ritardo nella conquista dell’occupazione e dell’autonomia economica dalle famiglie di origine per le giovani coppie, le difficoltà di accesso o la non disponibilità di servizi di accompagnamento alla nascita e alla prima infanzia, sono fattori fortemente ostacolanti della crescita del tasso di fertilità. La gestione delle dinamiche dei figli adolescenti porta, poi, le famiglie a vere e proprie crisi genitoriali, che tuttavia non incontrano un adeguato supporto nei servizi esistenti.

Nonostante per famiglia, minori e giovani, l’Abruzzo spenda il 32% del totale delle risorse del sistema dei servizi sociali, la rete dei servizi non riesce a contrastare questi trend in quanto la spesa è contratta sul costo per il pagamento dei minori in comunità (oltre 8 milioni su un totale di 15 milioni) e dei centri diurni. Occorre intervenire per:

  1. promuovere il pieno raccordo inter-istituzionale fra le azioni dei Piani sociali di ambito distrettuale e i Piani Triennali dell’Offerta Formativa scolastica, al fine di individuare nella scuola il luogo di aggregazione pomeridiano, specie nelle piccole realtà urbane e rurali, creando sinergie di investimento per le “Scuole Aperte” sia negli istituti comprensivi con tempo pieno e prolungato per i bambini che negli istituti superiori per gli adolescenti;
  2. interventi a carattere aggregativo, di socializzazione e di organizzazione del tempo libero in favore degli adolescenti, in grado di sviluppare forme di autogestione e di partecipazione attiva alla gestione sotto la supervisione di animatori e esperti;
  3. sviluppo di interventi multidisciplinari consulenziali (sociali, sanitari, giudiziari e scolastici), in grado di dare risposte integrate di tipo medico-pediatrico, pedagogico, educativo, socio-assistenziale, psicologico e di tutela civile, sociale e legale, ai bambini e agli adolescenti in difficoltà;
  4. interventi di prevenzione del maltrattamento e di riduzione dell’istituzionalizzazione dei minori attraverso misure integrate di assistenza educativa domiciliare, presa in carico dei servizi diurni, sviluppo dell’affidamento eterofamiliare;
  5. azioni di contrasto alla povertà infantile, anche alla luce del previsto “Fondo di contrasto della povertà educativa minorile” di cui all’art. 1, comma 392, della L. 208/2015, volte a favorire il pieno accesso alle opportunità sociali ed educative dei bambini fin dai primissimi anni di vita;
  6. azioni e programmi mirati e personalizzati per bambini che presentino situazioni di rischio di esclusione sociale o di maltrattamento e trascuratezza a causa di condizioni familiari problematiche, di appartenenza a culture diverse o a minoranze etniche, della presenza di disabilità, ritardi e disturbi della persona di qualsiasi natura;
  7. interventi per minori stranieri non accompagnati, per bambini di strada italiani e stranieri, per bambini immigrati e di altre etnie, atti a favorire la cura personalizzata di un progetto di vita orientato alla piena integrazione;
  8. sviluppo di reti e azioni fra gli Ambiti distrettuali, gli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e le autorità giudiziarie minorili, le istituzioni scolastiche, i servizi sanitari al fine di prevenire il disagio e la devianza adolescenziale.

Accanto ai minori, le politiche per i giovani possono rivestire un ruolo importante per il rilancio sociale dei territori, dato che il loro straordinario potenziale è oggi schiacciato dalle difficoltà dell’offerta di posti di lavoro e dall’esistenza di barriere all’inserimento, che rendono i giovani abruzzesi uno dei principali gruppi sociali a rischio di esclusione (quasi 1 giovane su 2 è senza lavoro). Con l’azione congiunta del programma Garanzia Giovani, del Piano Integrato Giovani, del Servizio Civile Nazionale  e Regionale, con le risorse del Fondo per le Politiche giovanili destinate a creare centri di aggregazione giovanili, sono state avviate esperienze significative, che possono e devono radicarsi in ogni Ambito Distrettuale sulla base di scelte strategiche di inclusione giovanile attraverso:

  1. interventi, inseriti nel sistema integrato, atti a garantire l’informazione, l’orientamento e l’accesso ai diritti al lavoro, alla partecipazione alla vita civile, alla casa, all’istruzione e alla formazione, da parte dei giovani, anche con l’utilizzo dei Fondi per l’inclusione sociale;
  2. azioni di sostegno economico e logistico per lo sviluppo di centri e spazi di aggregazione giovanile autogestite;
  3. sviluppo del Servizio civile nazionale e regionale a livello locale e promozione del volontariato in collaborazione con i Centri Servizi per il Volontariato;
  4. rilancio di forme di partecipazione attiva dei giovani alla vita democratica (forum, consulte, etc.);
  5. interventi e servizi integrati sociosanitari di prevenzione delle dipendenze, di cura e riabilitazione, di inclusione sociale per fronteggiare le esigenze primarie di accoglienza, cura e assistenza.

 

C. Promuovere una nuova strategia per le persone con disabilità

I Piani sociali di ambito distrettuale prevedono uno specifico Asse di strategia per le persone con disabilità. Il Profilo sociale ha evidenziato che in Abruzzo sono circa 75.000 le persone con disabilità (di cui circa 54 mila con indennità di accompagnamento, in larga parte anziani non autosufficienti pari a oltre 40 mila), che sono oltre 6200 gli alunni con disabilità (3,3 su 100, dato superiore alla media nazionale), che è ancora alta l’esclusione dal mercato del lavoro dei disabili (oltre 8.800 iscritti al Collocamento mirato a fronte di soli 180 avviamenti al lavoro in un anno), che l’esclusione si registra specie per l’accesso ai servizi, per la difficoltà a uscire di casa per la presenza di barriere, per la difficoltà a fruire dei mezzi pubblici.

Tuttavia la spesa dei precedenti Piani di zona per la disabilità, che pure copre la fetta più rilevante dei Livelli essenziali di servizio (37,96%, pari ad oltre 17 milioni di euro annui), è assorbita prevalentemente dall’assistenza scolastica specialistica (10 milioni) e dall’assistenza domiciliare (4,6 milioni), non lasciando spazio ad altre forme di investimento. In questo ambito si colloca la necessità di individuare un Asse strategico specifico per favorire l’attivazione di interventi e servizi coerenti con la Convenzione ONU (Legge 3 marzo 2009, n. 18).

Le piste di lavoro per la Strategia sono così identificate:

  1. sviluppo e potenziamento di interventi per la vita indipendente di cui alla L.R. 57/2012 e snellimento dell’attuale legislazione per velocizzare il sistema di valutazione ed erogazione dei benefici, riconduncedolo agli Ambiti Distrettuali;
  2. sviluppo di servizi per la residenzialità di tipo micro e familiari, secondo il modello del “dopo di noi”, a partire da un maggiore protagonismo delle famiglie in rete con gli Ambiti distrettuali e riprendendo le buone prassi sperimentate nella regione;
  3. garanzia della predisposizione e realizzazione dei progetti educativi individualizzati per i disabili, ai sensi dell’art. 14 della L. 328/2000, da parte di tutti i Servizi sociali professionali degli Ambiti distrettuali quale vincolo per l’erogazione delle prestazioni sociali, sociosanitarie e sanitarie, e per l’attivazione del servizio per l’autonomia e la comunicazione degli studenti con disabilità;
  4. sviluppo di progetti di inserimento lavorativo assistito per i disabili, di formazione e lavoro, di intermediazione e mediazione sociale al lavoro;
  5. promozione di azioni per l’attuazione di tutti i diritti della persona disabile, ed in particolare del diritto alla vacanza, al tempo libero, alla mobilità, allo sport, alla partecipazione della vita sociale, civile e religiosa;
  6. forme di agevolazione per l’accesso a trasporti, servizi culturali, ricreativi e sportivi e per la diffusione di strumenti tecnologici atti a facilitare la vita indipendente, l’inserimento sociale e professionale;
  7. garanzia del trasporto da casa verso le istituzioni territoriali (scuole, centri e servizi sociali e sanitari, università, etc.);
  8. sostegno per il superamento delle barriere architettoniche;
  9. servizi di inclusione sociale per le persone con disagio mentale;
  10. servizi specialistici ad alta integrazione sociosanitaria per le persone con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), anche attraverso l’utilizzo del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze.

 

D. Promuovere l’invecchiamento attivo e assicurare servizi di cura di qualità

Il Piano Sociale prevede un Asse specifico dei piani di ambito per realizzare una nuova strategia di invecchiamento attivo. Nel Profilo sociale è stato sottolineato il continuo incremento del tasso di invecchiamento della popolazione abruzzese (in dieci anni è salito di 23 punti), anche per effetto della migliore speranza di vita da parte degli abruzzesi, l’incremento del tasso di mortalità per demenze (superiore di 3 punti alla media nazionale), la disabilità che colpisce un quinto della popolazione anziana, mentre un altro quinto è a rischio di disabilità a fronte dei tre quinti che è in buona salute ma con un un livello differenziato di rischio.

Nonostante le azioni del Piano di prevenzione sanitaria, le risposte del sistema dei servizi attivati dagli Ambiti sociali si riducono ad un’assistenza domiciliare sociale per gli anziani (che tuttavia ha subito anche una diminuzione nel corso degli anni) insufficiente (copre l’1,3% degli anziani, mentre l’ADI il 4,9%), molto spesso colmata dalle famiglie con il ricorso all’assistenza familiare al mercato del lavoro privato di cura (stima di 16000 “badanti”), al ricorso al ricovero in struttura (disponibilità dell’1,5% di posti sul totale della popolazione anziana). La spesa degli Ambiti sociali per gli anziani è di circa 9 milioni annui, ma essa è assorbita prevalentemente dall’assistenza domiciliare (6,4 milioni). Le piste di lavoro per questa strategia sono:

  1. servizi e interventi semiresidenziali di supporto al mantenimento dell’autonomia;
  2. servizi ed interventi domiciliari di prevenzione e limitazione dell’ospedalizzazione e dell’inserimento in strutture residenziali, volti a promuovere il diritto dell’anziano a permanere nella propria casa e a mantenere una vita di relazione attiva;
  3. potenziamento della gestione integrata dei servizi domiciliari in rete con il Distretto;
  4. sviluppo di luoghi dell’abitare a misura dell’anziano;
  5. sostegno all’attività di volontariato e di partecipazione attiva della persona anziana nella comunità locale;
  6. servizi di aiuto in situazioni di emergenza, quali telesoccorso, pronto intervento sociale, custodi sociali condominiali e di quartiere;
  7. organizzazione e disciplina del servizio reso dalle assistenti familiari italiane e straniere agli anziani attraverso specifiche azioni a livello di Ambito distrettuale.

E. Contrastare la povertà e l’esclusione sociale e favorire l’inclusione dei migranti

Il Profilo sociale ha portato alle luce ciò che ai servizi sociali è apparso evidente in questi anni di crisi economica: l’aumento rilevante della domanda sociale connessa al sostegno al reddito e all’inclusione. Per questa ragione, il Piano sociale prevede che tutti i Piani di ambito dedichino uno specifico Asse Tematico alla strategia di lotta alla povertà e per l’inclusione.  Il Profilo evidenzia che circa un quarto della popolazione abruzzese è a rischio di povertà e 188 mila persone (di cui 18 mila bambini) sono con una grave deprivazione materiale, che le persone che vivono la condizione di povertà estrema sono per metà italiane e per metà immigrate, che i maggiori fattori di esclusione derivano dalla mancanza di reddito, dalla disoccupazione e dalla perdita del lavoro, dall’assenza di abitazione, dai problemi familiari, dalle dipendenze e dai problemi di carattere psichico e di salute. Altri aspetti legati all’esclusione sono i senza fissa dimora, la prostituzione, il disagio mentale, gli ex detenuti che fanno fatica a reinserirsi nelle comunità locali, gli immigrati con difficoltà di integrazione e che vivono in condizioni di grave emarginazione sociale, gli immigrati neo-arrivati e di prima generazione. La strategia per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale deve essere un aspetto fondante da affrontare mettendo in sinergia le diverse fonti finanziarie e creando reti di co-progettazione con il terzo settore. Costituiscono piste di lavoro per la strategia:

  1. attuazione delle misure contenute nelle Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 05.12.2015;
  2. sviluppo di misure multidimensionali di lungo-termine contro la povertà atte a favorire i processi di autonomia economica, consistenti in reddito per il sostegno all’inserimento, accompagnamento assistito al lavoro, accesso agevolato alle prestazioni, microcredito, servizi di inclusione alloggiativa, etc.;
  3. razionalizzazione e riqualificazione del sistema di accoglienza dei rifugiati sul territorio della Regione Abruzzo e stipula di protocolli operativi con tutti i soggetti istituzionali;
  4. piena attuazione della normativa in materia di lotta agli sprechi alimentari nazionale e regionale (L.R. 4/2016) al fine di creare un sistema di last minute market;
  5. sviluppo di un Patto per l’inclusione sociale e la solidarietà sociale fra tutti i soggetti istituzionali e il privato sociale per il coordinamento di tutte le strategie e le azioni previsti dai diversi strumenti di programmazione e finanziamento;
  6. sviluppo dei servizi di mediazione culturale e al lavoro per le persone immigrate e revisione della normativa regionale per le persone con cittadinanza non italiana;
  7. sperimentazione di programmi di housing sociale e di inclusione abitativa per persone colpite da esclusione e per le persone immigrate.